Attacchi di panico: si possono curare?

Attacchi di panico: si possono curare?

L’ansia è un fenomeno normale per l’uomo, in quanto prepara e attiva l’organismo in situazioni che potrebbero essere pericolose, ma può diventare un vissuto emotivo spiacevole quando lo stato di allarme è sproporzionato rispetto alle situazioni o ai pericoli reali. In questo caso, l’ansia non è adattiva ma diventa un problema che può rendere il soggetto incapace di controllare le proprie emozioni e di affrontare anche le situazioni più semplici (Ellis, 1998).

Che cosa è l’attacco di panico?

L’attacco di panico può essere definito come la comparsa improvvisa di paura o disagio intensi, accompagnati da una serie di sintomi somatici e/o cognitivi. La durata dell’attacco è in genere piuttosto breve, in quanto raggiunge il suo apice di intensità in pochi minuti. L’attacco può verificarsi a partire da uno stato ansioso ma anche di quiete (APA, 2013).

Con quali sintomi si manifesta?

I sintomi riportati all’interno del DSM-V (APA, 2013) sono tredici:

  • tachicardia;
  • sudorazione;
  • tremore;
  • sensazione di soffocamento o dispnea;
  • sensazione di asfissia;
  • sensazione di fastidio o dolore al petto;
  • disturbi addominali e nausea;
  • sensazioni di svenimento o vertigini;
  • percezione di calore improvviso (vampate) o brividi;
  • sensazioni di formicolio o di torpore;
  • derealizzazione o depersonalizzazione;
  • paura di impazzire o di perdere il controllo;
  • paura di essere sul punto di morire.

La presenza di quattro o più dei tredici sintomi sopraelencati, associata ad un periodo preciso di paura o di disagio intensi, è considerata sufficiente per diagnosticare un attacco di panico.

Gli attacchi che presentano meno di quattro sintomi vengono indicati dal DSM-V come “stati d’ansia acuta”.

Che caratteristiche hanno gli attacchi di panico?

Esistono due tipi di attacco di panico: gli attacchi di panico inaspettati e gli attacchi di panico attesi o situazionali. I primi si caratterizzano per il fatto che non presentano evidenti elementi scatenanti al momento del verificarsi dell’attacco. Un esempio è rappresentano dall’attacco di panico notturno, nel quale il soggetto si sveglia dal sonno già in preda al panico. La causa scatenante dell’attacco di panico notturno è, probabilmente, attribuibile alla capacità di alcuni soggetti di mantenere anche nel corso della notte un elevato controllo sulle proprie funzioni interne e di reagire a stimoli esterni.

Negli attacchi di panico attesi o situazionali, invece, esiste un chiaro elemento scatenante. L’imprevedibilità che caratterizza solitamente gli attacchi inaspettati in questo caso lascia il posto a stimoli ben precisi o a situazioni note. In tali circostanze spesso si sviluppa un’ansia anticipatoria che spesso precede gli attacchi situazionali, e che si traduce in comportamenti di evitamento, fuga e protezione.

Il disturbo di panico

Quando all’interno di un arco di tempo circoscritto si verificano ricorrenti attacchi di panico (almeno due) inaspettati, ovvero apparentemente non associati ad una causa specifica, è possibile diagnosticare un “disturbo di panico”, anche detto “disturbo da attacchi di panico”. Per poter definire tale disagio in questo modo, il DMS-V (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, redatto dall’American Psychiatric Association) stabilisce che l’attacco di panico deve essere accompagnato per almeno un mese dalla paura o dalla preoccupazione persistente relativa alla possibilità che l’attacco di panico si ripresenti e/o da cambiamenti nei comportamenti quotidiani della persona (quali evitamento di luoghi o di situazioni sociali, riduzione degli interessi…) che comportano una significativa limitazione della vita della stessa.

Come curare gli attacchi di panico?

La cura del disturbo di panico può essere raggiunta attraverso differenti modalità terapeutiche: si può ricorrere a un trattamento farmacologico, a un trattamento psicoterapeutico o a un trattamento che combina la farmacoterapia alla psicoterapia. La scelta di quale soluzione preferire deve essere valutata da uno specialista del campo, dunque il primo passo da compiere se si desidera liberarsi dal disagio procurato dagli attacchi di panico è quella di rivolgersi ad uno psicoterapeuta o ad uno psichiatra che valuti la situazione nella sua complessità. Al termine della consultazione iniziale, lo specialista darà indicazioni sulla strategia terapeutica più adatta.

In  genere, è preferibile non limitare al trattamento farmacologico la cura del disturbo di panico poiché il farmaco non consente di andare a lavorare sulle origini più profonde del malessere: un trattamento psicoterapeutico in questo caso può essere molto efficace in quanto consente di approfondire i vissuti sottostanti tali sintomi e di individuare degli strumenti utili per rielaborarli e risolvere tale malessere. Spesso durante il percorso psicoterapeutico si assiste ad una progressiva riduzione e scomparsa degli attacchi di panico, favorita da una maggiore consapevolezza del disagio che la persona sta sperimentando nell’attuale fase di vita.

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